Premi della casse malati più alti – e medici che non ci capiscono più?
La Svizzera può continuare a richiedere ai medici provenienti dall’UE conoscenze linguistiche ed esperienza? Proprio su questo tema il consigliere nazionale Mike Egger (UDC) ha presentato un’interpellanza, dal titolo: «Possibile esplosione dei costi dei premi delle casse malati e un pericolo per la sicurezza dei pazienti a causa dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) rinegoziato?»
Di fatto, lo stesso Consiglio federale ha stabilito che una parte della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) non è compatibile con la giurisprudenza dell’UE. Ciò riguarda, ad esempio, l’articolo che richiede ai medici stranieri di conoscere la lingua nazionale e di avere tre anni di esperienza presso un istituto di formazione continua svizzero.
La professoressa di diritto europeo Astrid Epiney conferma che potrebbe insorgere un conflitto: «L’articolo 37 ha un carattere discriminatorio: colpisce principalmente gli stranieri. In linea di massima, l’Accordo sulla libera circolazione delle persone vieta tali disposizioni», come scrive «20 Minuten».
La sicurezza dei pazienti è a rischio?
In parole povere, con i nuovi accordi quadro, la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) potrebbe obbligare la Svizzera a modificare le sue norme per i medici, aprendo così le porte a quelli provenienti dall’UE. «Questo è estremamente pericoloso: la sicurezza dei pazienti sarebbe a rischio e i premi delle casse malati esploderebbero», afferma Egger in «20 Minuten».
Anche se l’associazione di medici FMH non desidera commentare le conseguenze dell’eliminazione della normativa vigente, l’esempio dimostra una cosa: gli accordi quadro con l’UE interessano molti più ambiti della vita e cambiano la nostra quotidianità molto più profondamente rispetto a quanto rivela il Consiglio federale.